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Il mese scorso, mi hanno presentata come nuova Global Sustainability Officer e, in qualità di prima persona ad avere questo titolo in Genesys, ho riflettuto su come meglio presentare me stessa e la sostenibilità ai miei nuovi 5.500 colleghi. Anzitutto, la prima cosa che vorrei dire in questa presentazione è che la sostenibilità è un percorso che include tutti.
Iniziamo con qualche informazione su di me. Sono cresciuta con genitori militari e mi sono diplomata in una scuola superiore in Georgia. Poi ho studiato ingegneria presso la Florida A&M University. Dopo la laurea e un breve periodo nel settore delle telecomunicazioni, mi sono trasferita a Houston per lavorare al programma Shuttle and Space Station alla NASA. Durante il mio mandato alla NASA, ho frequentato l’Università del Texas per conseguire il Master in Business Administration. A seguito di una promozione ho quindi traslocato da Houston a Los Angeles, trasferendomi alla Drucker School of Business. Studiare i principi di Peter Drucker mi ha cambiato la vita. Da quel momento in poi ho iniziato attivamente a considerare quale eredità avrei potuto lasciare. È allora che mi sono resa conto del desiderio che il mio lavoro fosse un riflesso dei miei valori personali e professionali.
Anche se la sostenibilità era un settore relativamente nuovo, ne avevo già sviluppato un interesse profondo e persistente.
Dopo un incontro casuale con l’allora Chief Sustainability Officer di Yum Brands, mi è stata offerta l’opportunità di entrare a far parte del suo team e contribuire a sviluppare una strategia di sostenibilità. Dopo tante riflessioni, ho accettato il ruolo.
Sono molto felice di averlo fatto. Il mio impegno è stato immediatamente quello di creare politiche, strategie e strutture per la creazione di report su sostenibilità, approvvigionamento sostenibile, engagement esterno, rifiuti, riciclaggio e imballaggio. Inoltre ho girato il mondo per implementare queste strategie e politiche. È stato sorprendente vedere il modo in cui altre culture e comunità si adeguavano alla sostenibilità.
Ma, come spesso accade, la vita mi ha giocato un tiro mancino. Mia madre si è ammalata gravemente. E quando la mia meravigliosa mamma ha perso la sua battaglia contro il cancro, nel febbraio 2019, ho iniziato a pensare che non possiamo perdere il tempo che ci è stato concesso. Una cosa la sapevo di sicuro: avevo bisogno che il mio lavoro fosse un riflesso di me, una rappresentazione vera e onesta, un’autobiografia vulnerabile della mia anima. Volevo che le comunità e la società nel suo complesso avessero giustizia ed equità. Accesso equo al cibo. Ad acqua pulita. Ad aria pulita. All’istruzione. Alla tecnologia.
Era tempo di cambiare direzione.
Quando sono entrata a far parte del WWF (World Wildlife Fund) nel 2019, ero già pronta a scrivere il prologo della mia autobiografia. Il WWF è un’organizzazione di conservazione mondiale che lavora per garantire che persone e natura vivano in armonia. Ho messo a disposizione tutta la mia esperienza accumulata lavorando per Yum/KFC e NASA per guidare l’engagement aziendale in due team.
È stato fantastico conoscere la prospettiva delle ONG sulla sostenibilità aziendale. Ed è stato altrettanto fantastico contribuire a calibrare e ridefinire le aspettative in merito al modo in cui le ONG dovrebbero impegnarsi con le aziende in termini di sostenibilità.
Quando nel maggio 2020 George Floyd è stato assassinato, le cose sono nuovamente cambiate. Sono cambiate per tutti, ovunque. Le comunità nere non solo affrontano l’ingiustizia razziale e sociale, ma risentono maggiormente delle ingiustizie ambientali. E, come leader e donna nera, sapevo di dover essere in prima linea durante il cambiamento. Perché, come disse Martin Luther King, Jr., “L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque”.
I rischi per l’ambiente e la salute pubblica spesso gravano in modo sproporzionato sulle comunità nere e a basso reddito. Queste comunità godono di minori benefici derivanti dai programmi ambientali e dalle risorse naturali. L’accumulo di problemi ambientali, sociali ed economici in queste comunità, e le infrastrutture che negano loro la salute, hanno effetti negativi sulla salute pubblica e sulla qualità della vita.
Tutte queste cose non sono risultati separati. Queste disuguaglianze, e la persistenza delle politiche e delle strategie che le hanno create, hanno generato disparità su base razziale e di classe. Questi problemi sistemici rendono le comunità nere ancora più vulnerabili, soprattutto durante una pandemia.
La tecnologia può svolgere un ruolo significativo nel contribuire a colmare alcune di queste lacune e disuguaglianze. Pur riuscendo a fare un ottimo lavoro e a guidare la nostra organizzazione verso un percorso più sostenibile in questi tempi difficili, il mio desiderio era di tornare nel mondo aziendale, in modo da poter essere un catalizzatore per un cambiamento ancora maggiore. Percepivo l’arrivo di un altro cambio di direzione.
Quando Peter Graf, Chief Strategy Officer, mi ha descritto il lavoro che il team Genesys stava svolgendo sulla sostenibilità, sapevo di voler farne parte. È fantastico avere l’opportunità di costruire e guidare un programma di sostenibilità veramente olistico in Genesys. Mi dà la possibilità di lavorare per un’organizzazione con valori che rispecchiano i miei. Non si può veramente lavorare per la sostenibilità senza mostrare empatia. E non si può avere un impatto sulla società senza servirla.
Anche se sono nuova del settore, queste sono alcune verità fondamentali per la sostenibilità.
Con queste verità in mente, sto iniziando seriamente il mio lavoro in Genesys. Ecco le nostre priorità per il 2021.
La sostenibilità è uno sport di squadra. Non è una cosa che accade. Esiste per merito tuo, per merito di ognuno di noi. Se stai leggendo questo post e sei tra i miei nuovi colleghi o un cliente, partner o fornitore Genesys, spero che ti unirai a me in questo viaggio, perché stiamo andando tutti insieme verso la sostenibilità.
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