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Lo scenario culturale è ricco di esempi di aziende che sono poco virtuose quando si parla di diversità. In base a uno studio recente di Catalyst research, i CEO donna sono infatti meno del 5% nelle aziende S&P 500. Le donne di colore stanno inoltre lottando per ottenere ruoli di leadership in Facebook, anche quando i dati interni sulla diversità mostrano un progresso generale. In passato, Walmart e Dell EMC sono dal canto loro state oggetto di accusa per discriminazione di genere. Oggi, insomma, sui media si trovano parecchi esempi, ricordandoci che tutti abbiamo il compito di fare meglio.
In Genesys, non siamo immuni al problema. Sappiamo che raggiungere una vera diversità sul posto di lavoro è importante e ci preoccupiamo di compiere dei progressi in tal senso. Movimenti come il #MeToo e #TimesUp ci ricordano che non è sufficiente riconoscere il bisogno di migliorare o più semplicemente scuotere collettivamente le nostre teste e twittare la nostra insoddisfazione. La domanda è: Che cosa possiamo concretamente fare?
La risposta è: moltissime cose. Fronte esterno, ci siamo uniti ai leader delle comunità per far sentire la nostra voce indirizzandola a un cambiamento nelle leggi quando si tratta di crimini legati a possibili discriminazioni e pregiudizi. Fronte interno, invece, abbiamo avviato un piano per rendere il 2019 l’anno in cui Genesys si concentrerà su diversità e inclusione. Riconosciamo infatti che una forza lavoro diversificata si rivela una componente fondamentale di una comunità fiorente e per il nostro costante successo sullo scenario globale.
Abbiamo cominciato guardandoci allo specchio, a lungo e con forza, e formalizzando un processo di auto esame per garantire l’impegno e la trasparenza della leadership in relazione alle nostre pratiche di assunzione e composizione demografica dei dipendenti. Ad esempio, stiamo tracciando le statistiche di genere in tutta Genesys e rivedremo questi dati regolarmente per verificare i nostri progressi e ricalibrare i relativi parametri. Il nostro obiettivo è di garantire equilibrio, uguaglianza e opportunità in tutti gli aspetti della nostra attività.
Siamo consapevoli che si tratta di un percorso progressivo. Un proverbio africano, citato dal Vescovo Desmond Tutu, recita così: “Come si mangia un elefante? Un morso alla volta.”
Qui di seguito sono elencati sei passi pratici che stiamo compiendo per “mangiare l’elefante.” Noi incoraggiamo altre aziende a fare lo stesso.
A seconda degli anni di attività dell’organizzazione è probabile che i fattori in gioco siano diversi. Una nuova azienda ha l’opportunità di far funzionare le cose nel modo giusto fin dall’inizio, mentre una più consolidata, d’altro canto, potrebbe avere la necessità di confrontarsi approfonditamente al suo interno su cosa vuole fare, quali obiettivi di diversità desidera raggiungere e quali cambiamenti introdurre. Può esserti utile confrontarti con aziende simili alla tua, ma non dovrebbe essere solo questo a definire la strategia da seguire. Ogni realtà ha infatti le sue peculiarità e un approccio uguale per tutti darebbe scarsi risultati.
Rispettare le leggi è anch’esso un elemento critico. Ce ne sono e ne stanno arrivando di nuove, che supportano il tema della diversità e dell’integrazione. Un esempio americano è quello della California. Lo stato ha una nuova legge che impone alle aziende quotate ivi incorporate o con quartier generale lì situato, di avere dei director donne nel proprio consiglio di amministrazione. Indipendentemente dalla fase che la tua azienda sta vivendo per diventare più diversa e inclusiva, tieni sempre questo a mente: non si tratta di ‘una tantum’. Dobbiamo infatti aspettarci un’evoluzione nel tempo delle filosofie e pratiche di lavoro e, magari, a un ritmo superiore alle tue aspettative.
Ogni organizzazione è caratterizzata da vari livelli di impegno sul tema della diversità e dell’integrazione e, che tu sia un dirigente, un professionista delle Risorse Umane o un ingegnere, ciò che puoi fare praticamente a costo zero è far crescere la consapevolezza su questi temi, che può essere molto variabile. Ecco quindi alcune idee relativamente semplici da mettere in pratica:
Più sposti la conversazione sulla diversità, più produci consapevolezza. Ed è veramente questo il primo passo da compiere per un qualsivoglia cambiamento.
Si dice che tu non possa gestire ciò che non riesci a misurare. È fondamentale avere dati ragionevolmente validi per poter tracciare il punto di partenza, identificare i trend e dirigerti verso un obiettivo sensibile. Molte aziende condividono queste informazioni internamente, ma anche esternamente. È un ottimo modo per appendere alla parete il proverbiale specchio e osservare come la tua azienda si sta realmente comportando. Oltre ad essere un discreto driver del cambiamento.
Se non sei certo del punto di partenza, considera quello del genere. È la cosa più semplice da osservare in quanto globalmente rilevante. Ma razza, etnia, età, tendenze e molto altro ancora sono anch’esse leve potenziali per misurare obiettivamente la diversità dei tuoi team. Assicurati che qualsiasi obiettivo tu abbia prefissato sia raggiungibile e realistico per la tua zona geografica e settore di appartenenza.
Fare formazione inconscia sul tema della diversità è un gioco da ragazzi. Considerala un’attività obbligatoria per i team che si occupano della selezione del personale. Con tante opzioni disponibili online offerte da numerosi service provider, è semplice trovare questo tipo di formazione on-demand. Puoi anche usarla come punto di partenza per una discussione tra chi fa selezione, chi assume e chi ha responsabilità aziendali.
I tuoi dirigenti e il team HR devono aprire la strada impegnandosi e dando il buon esempio. E la maggior parte non sono poi così diversi da come dovrebbero essere. Comincia quindi ammettendo che la tua azienda ha spazio per migliorare e quindi compiere quei passi che fanno la differenza. Le persone tendono a ignorare che cosa i leader dicono mentre dedicano molta più attenzione a ciò che in concreto fanno. Aiuta a far sì che le loro parole siano coerenti con le loro azioni e gli stessi manager faranno altrettanto. In futuro, gli obiettivi per la diversità e l’integrazione saranno considerati competenze fondamentali per tutti i dirigenti. Muoviti in anticipo e fai subito tuo il tema della responsabilità.
La creazione di un posto di lavoro modello, dove diversità e integrazione sono considerati elementi indispensabili, è un obiettivo che non può essere raggiunto facilmente e rapidamente. Impegnandosi su questo obiettivo, si può iniziare a comprendere meglio come approcciarlo. Parti da regole che già segui, proponendole tramite una campagna di consapevolezza che includa metriche di base, formazione e responsabilità di leadership. Il dibattito inizierà a cambiare spontaneamente.
Diversità e integrazione rafforzano la tua posizione competitiva sul mercato e la dirigenza senior deve sostenerle, lavorando con manager responsabili per il raggiungimento degli obiettivi e la valutazione dei risultati. Garantisci che i tuoi leader possano rendersi conto sia dell’impatto culturale così come del ritorno degli investimenti che tutto questo produce.
L’idea di ingaggiare o promuovere la persona migliore per il team—e non solo per quel particolare lavoro—diventerà la norma. Gruppi sotto rappresentati avranno una maggiore visibilità. Attività di ingaggio e promozione miglioreranno. Gli attriti si ridurranno. L’innovazione aumenterà. E scoprirai che, focalizzandoti in questo modo, potrai veramente fare la differenza.
Concludendo, il primo passo è di affrontare l’elefante che hai già davanti. Quello successivo è di prenderne un pezzetto per volta, finendo più rapidamente di quanto tu possa pensare. Sta già accadendo ad aziende molto più piccole di Genesys.
Non ti piacerebbe dare il primo morso all’elefante insieme a me?
Una versione originale di questo blog è stata pubblicata su Thrive Global.
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